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Tag: Campionati Mondiali

RALLY DI MONTE-CARLO 2025, NUOVE STRADE E STESSA MAGIA

Scritto da: Luca Gentile

Il Rallye Automobile Monte-Carlo, prima tappa della stagione 2025 del World Rally Championship, continua a incarnare l’essenza più pura del motorsport, quella che mescola tradizione e innovazione in una formula che da oltre un secolo affascina piloti e appassionati.

Quest’anno, gli organizzatori hanno deciso di introdurre modifiche significative al percorso, offrendo una nuova sfida ai partecipanti e riportando in auge tratti leggendari come il Col de Turini, che sarà affrontato domenica, un passaggio attesissimo dagli appassionati.

Questo rinnovamento, insieme alla consueta imprevedibilità delle condizioni meteorologiche, trasforma ancora una volta il Monte-Carlo in un evento capace di mettere a dura prova piloti, navigatori e squadre, rendendolo uno dei rally più attesi del calendario WRC.

UN PROGRAMMA RINNOVATO PER L’EDIZIONE 2025

Il Rally di Monte-Carlo 2025 si svolgerà dal 23 al 26 gennaio, articolandosi su 18 prove speciali che copriranno un chilometraggio competitivo di 343,80 chilometri. La gara si apre con lo shakedown previsto mercoledì 22 gennaio, una sezione fondamentale per testare le vetture in condizioni di gara reali.

La prima giornata di competizione inizierà con tre prove speciali in notturna, disegnate per mettere subito alla prova le capacità dei piloti e la concentrazione dei co-piloti. Queste prime sfide rappresentano un debutto intenso che darà il tono al resto del rally.

Il venerdì e il sabato vedranno un totale di sei prove speciali al giorno, tra cui spiccano alcune sezioni inedite e il ritorno di percorsi leggendari. Domenica ci sarà il Col de Turini, una delle prove più attese dell’intero campionato. Domenica 26 gennaio chiuderà il rally con tre prove, inclusa la Power Stage “La Bollène-Vésubie/Peira-Cava”, che assegnerà punti extra ai migliori tempi.

UN TRACCIATO CHE FA LA DIFFERENZA

Le modifiche al percorso del Monte-Carlo 2025 segnano un cambio di passo rispetto alle precedenti edizioni. Il chilometraggio complessivo è aumentato, con diverse prove speciali che superano i 20 chilometri, evocando lo spirito delle grandi maratone rallistiche del passato. I nuovi tratti del tracciato non sono stati pensati solo per aggiungere difficoltà, ma per offrire ai piloti una sfida che combina tecnica, resistenza e capacità di adattamento in un equilibrio perfetto tra tradizione e modernità.

Da sottolineare la presenza del Col de Turini, una delle prove più iconiche nella storia del rally mondiale. In passato il passaggio in notturna, con i fari delle vetture che fendevano il buio e i tifosi assiepati lungo le curve innevate, aggiungevano un elemento quasi epico alla competizione. Non è un caso che piloti come Ott Tänak abbiano definito questa sezione come “un sogno e un incubo al tempo stesso”, sottolineando quanto sia necessario mantenere sangue freddo e concentrazione in un ambiente così ostile. Il Turini non perdona, e basta una minima distrazione per compromettere l’intera gara.

Ma le sfide non si fermano qui. Le squadre dovranno affrontare anche il problema delle prove completamente nuove, mai percorse in precedenza, dove il lavoro sui roadbook e l’intesa tra pilota e co-pilota diventeranno fattori determinanti. Ogni curva, ogni nota e ogni dettaglio della preparazione influiranno sul risultato finale, rendendo il Monte-Carlo una gara dove l’errore non è ammesso.

PREPARAZIONE E STRATEGIA

Se c’è una gara che richiede una preparazione maniacale, quella è il Monte-Carlo. Il lavoro dei team comincia mesi prima della bandiera di partenza, con test specifici che simulano le condizioni variabili del percorso. La combinazione di asfalto asciutto, neve e ghiaccio rende questa gara unica e imprevedibile, costringendo piloti e ingegneri a lavorare su una miriade di variabili.

Toyota Gazoo Racing, campione del mondo in carica, ha concentrato i suoi sforzi sull’affinamento della GR Yaris Rally1, puntando su una configurazione versatile capace di adattarsi rapidamente ai cambiamenti climatici. “Il Monte-Carlo non ti lascia mai spazio per rilassarti”, ha dichiarato il team principal Jari-Matti Latvala, sottolineando come ogni piccolo dettaglio possa fare la differenza.

Hyundai Motorsport, dal canto suo, ha scelto di puntare sulla gestione degli pneumatici, consapevole che le scelte fatte ai parchi assistenza spesso decidono le sorti della gara. Il team principal Cyril Abiteboul ha spiegato che “la capacità di prevedere le condizioni del tracciato e scegliere il set di gomme giusto non è solo una questione tecnica, ma anche una sfida psicologica”. Questo aspetto, infatti, costringe i piloti a fidarsi ciecamente delle analisi fornite dai meteorologi del team, un compito reso ancora più difficile dalle condizioni mutevoli delle Alpi.

Anche il ruolo del copilota diventa centrale in una gara come il Monte-Carlo. Piloti come Kalle Rovanperä, campione del mondo in carica, hanno più volte sottolineato come una comunicazione precisa e una lettura accurata delle note possano fare la differenza tra successo e sconfitta. “In gare come questa, il copilota non è solo una voce che ti guida, ma diventa il tuo punto di riferimento in un ambiente che cerca costantemente di metterti in difficoltà”, ha spiegato Rovanperä.

MONTE-CARLO: LA SFIDA CHE NON PASSA MAI DI MODA

Il Rally di Monte-Carlo non è solo una gara; è una celebrazione della storia, della tecnica e dell’abilità umana. Ogni edizione aggiunge un nuovo capitolo a una saga che dura da oltre cento anni. Con lo shakedown previsto per il 22 gennaio, i team avranno pochissimo tempo per adattarsi alle novità del tracciato e affinare le loro strategie.

Riuscirà Rovanperä a confermare il suo dominio, o sarà uno dei veterani come Tänak o Ogier a riprendersi la scena? E quale ruolo giocheranno i giovani talenti che stanno cercando di farsi strada nel WRC? Una cosa è certa: al Monte-Carlo nulla è prevedibile, e ogni chilometro può riservare sorprese in grado di riscrivere la classifica. Per i piloti, è una sfida epica; per gli appassionati, è lo spettacolo del motorsport al suo massimo splendore.

HANKOOK TIRE PRESENTA I SUOI PNEUMATICI PER IL WRC

Scritto da: Comunicato Stampa

A partire dalla stagione 2025, per tre anni, il produttore Hankook Tire sarà il fornitore esclusivo di pneumatici da rally per tutte e tre le classi (WRC1, WRC2 e WRC3) del FIA World Rally Championship.

Il WRC, una delle tre competizioni motoristiche più importanti al mondo insieme alla Formula 1, è noto in tutto il mondo per i suoi spettacolari eventi rally su diversi tipi di terreno. Nella stagione 2025 tre marchi automobilistici, ossia Hyundai, Toyota e Ford, si contenderanno il titolo correndo in quattro continenti (Europa, Africa, Sud America e Asia).

A differenza delle gare su circuiti asfaltati, gli eventi del WRC vedono i partecipanti competere a velocità massime fino a 200 km/h su terreni difficili, quali ad esempio piste non asfaltate, innevate e fangose. La durata degli pneumatici e le loro prestazioni costanti sono considerate i fattori strategici più importanti nell’ambito di tali competizioni.

Tutti i veicoli partecipanti saranno equipaggiati con il Ventus Z215, che offre le migliori caratteristiche di tenuta in curva e di maneggevolezza su strade asciutte e bagnate, con il Ventus Z210 per un’eccellente aderenza in condizioni climatiche avverse, comprese strade bagnate, e con il Dynapro R213, uno pneumatico da rally per tutte le stagioni con un’ammortizzazione, una durata e un’aderenza eccezionali su strade non asfaltate.

Inoltre, verranno utilizzati il Winter i*cept SR20 per un’aderenza ottimale sulla neve e il Winter i*Pike SR10W, dotato di uno speciale perno chiodato ottimizzato per il ghiaccio scivoloso; sarà anche installato per supportare perfettamente le andature estreme.

La partnership con il WRC fa di Hankook uno dei pochi marchi a sponsorizzare due dei cinque principali campionati mondiali FIA, compreso il ABB FIA Formula E World Championship, la principale serie di corse per veicoli elettrici. Il contratto per la fornitura in esclusiva per il WRC è stato firmato nel novembre 2024 presso l’ufficio centrale di Hankook Technoplex in Corea del Sud.

Tale traguardo testimonia la rilevanza della tecnologia all’avanguardia di Hankook per gli pneumatici da corsa; una tecnologia perfezionata grazie alla sponsorizzazione di oltre 70 competizioni motoristiche in tutto il mondo. Hankook è stata nominata fornitore ufficiale di pneumatici del WRC per la prima volta nel 2014. L’esclusiva partnership con il WRC è un’ulteriore testimonianza della capacità di innovazione tecnologica dell’azienda nelle competizioni rallystiche quali il FIA European Rally Championship (ERC) e il FIA Junior ERC.

A partire dal 2025, Hankook sarà fornitore del WRC, del Junior WRC e del Rally Sweden, garantendo prestazioni costanti per gli pneumatici anche in condizioni di gara imprevedibili. Questa partnership rafforzerà ulteriormente la reputazione di Hankook quale marchio di pneumatici premium, consentendo di mostrare nel contempo la sua tecnologia innovativa e all’avanguardia agli appassionati di sport motoristici di tutto il mondo.

“Abbiamo già stabilito una partnership di successo con Hankook nel contesto dell’ERC e siamo molto lieti di estenderla ora al WRC”, ha dichiarato Jona Siebel, amministratore delegato di WRC Promoter GmbH. “Hankook Tire ha lavorato duramente allo sviluppo di pneumatici adatti alle particolari esigenze del WRC e siamo molto impazienti di assistere al loro debutto in occasione del Rally di Monte-Carlo a gennaio”.

Nel 2025 il WRC è composto da 14 gare in Europa, Africa, Sud America e Asia. Il Rally di Monte-Carlo, che si terrà a Monaco dal 23 al 26 gennaio, darà il via al campionato.

Credit: Hankook Tire

LA TOYOTA GAZOO RACING È PRONTA PER MONTE-CARLO

Scritto da: Tiziano Topini

Dopo la (breve) pausa invernale, tutto si azzera ritorna “nuovo” e inesplorato per il 2025. Il 93esimo Rallye Automobile Monte-Carlo (23-26 gennaio, Gap) è l’evento più glamour e d’apertura per la stagione ventura. Il rally monegasco è famoso per le sue condizioni metereologiche mutevoli. Durante l’evento, nelle prove speciali, si potrebbe incontrare improvvisamente ghiaccio e neve sulle tortuose strade asfaltate. La partenza, e la fine dell’evento, saranno davanti al famoso Casinò di Monte-Carlo.

La partenza è prevista per giovedì pomeriggio, e al calar della notte, quando solo i potenti fari a led ed i fuochi d’artificio illumineranno le tappe. Le vetture sfrecceranno nelle tre prove d’apertura sulla via del ritorno fino all’assistenza nella località di Gap. Venerdì, un anello di tre prove a est e a nord di Gap verrà percorso da entrambi i lati. Il sabato seguirà un formato simile, con tre prove disputate a ovest. Ricordiamo inoltre che il 2025 sarà l’anno di debutto della nuova tappa “Aucelon-Recoubeau-Jansac”.

La giornata di domenica, l’ultima del Rally di Monte-Carlo, partirà da Gap. Prima della Power Stage, che comprenderà il famoso Col de Turini, si ripeteranno due delle prove del giovedì sera. Il resto della stagione comprende ben 14 eventi con le new-entry delle Isole Canarie, Paraguay ed Arabia Saudita. Per chi si fosse perso i nostri articoli precedenti, nessun problema, eccovi un pratico riassunto delle novità introdotte per il 2025.

La rimozione della componente ibrida plug-in, quindi auto più leggere (da 1260 a 1180 Kg) ma con prese d’aria più limitate (da 36 a 35 millimetri). Questo per mantenere un peso-potenza il più vicino possibile alle stagioni precedenti. Fuori Pirelli e dentro Hankook, nuovo fornitore di pneumatici per tutte le vetture che concorreranno nel WRC. Modificato anche il regolamento sportivo: i punti saranno assegnati nuovamente in base alle posizioni complessive alla fine dell’evento, con una vittoria che rivarrà ben 25 punti.

La classifica Super Sunday dell’ultimo giorno offrirà fino a cinque punti bonus, così come la Power Stage di fine rally. Tutto chiaro? Ora torniamo ai piccoli passi apportati da Toyota. Anche se sono passate più o meno otto settimane dalla vincita del team nipponico, la squadra del sol levante non è certamente rimasta con le mani in mano. Ha portato avanti l’evoluzione della vettura, che continuerà ad utilizzare un carburante privo di combustibili fossili, rinnovando così il leitmotiv della sostenibilità.

Le più grosse novità sono però sotto l’auto. Gli alberi a camme sono stati modificati, così come il sistema di scarico, mentre i rapporti di trasmissione sono stati rivisti per ottenere un pacchetto più ottimizzato. Altra novità per quest’anno saranno le vetture schierate, ben cinque in tutto, che prenderanno parte a numerosi eventi, tra cui il rally monegasco con una pletora di piloti di tutto rispetto. Kalle Rovanperä e Jonne Halttunen, un duo, una garanzia.

I bicampioni del mondo torneranno a solcare le tortuose tappe del 2025, a tempo pieno, insieme a Elfyn Evans e Jonne Martin, arrivati secondi nella classifica 2024. Sébastien Ogier, il pilota che vanta ben nove vittorie al “Monte”, punterà sicuramente ad una decima vittoria per coronare il record tanto atteso dai suoi fans, nonostante quest’anno la sua campagna sarà part-time assieme al co-pilota Vincent Landais. Takamoto Katsuta e Aaron Johnston prenderanno anche loro parte al rally d’apertura, pronti a difendere i primi punti costruttori per Toyota.

Sami Pajari, campione WRC2 2024 a bordo della Toyota GR Yaris Rally2 in coppia con Enni Mälkönen, correrà la sua prima stagione nella categoria massima a fianco dell’esperto co-pilota Marko Salminen. La GR Yaris Rally1 di Pajari è iscritta ad un secondo team, TGR-WRT2, che si aggiungerà alla corsa del campionato costruttori. Oliver Solberg, pilota Toksport WRT nella stagione 2024 e rivale di Pajari, ha cambiato team passando a Toyota.

Correrà quest’anno con la GR Yaris Rally2, gestita dal team privato Printsport Racing, giocandosi la possibilità di vincere il titolo 2025. Il rally d’apertura inoltre gli darà la possibilità acquistare familiarità con la nuova vettura, prima dell’inizio della stagione WRC2 che comprenderà sette round in totale. Importante anche ricordare gli altri piloti del TGR WRC Challenge Program: Hikaru Kogue e Yuki Yamamoto, che debutteranno al rally monegasco. Un in bocca al lupo ci sembra doveroso.

THIERRY SABINE E LA FOLLIA DELLA LEGGENDARIA DAKAR

Scritto da: Marco Amabile

Finisce così, tra esclusioni prestigiose e colpi di scena degni soltanto di uno dei tornei più elettrizzanti del panorama dei motori: la Dakar 2025. Molti sono gli eventi che hanno contraddistinto la storia della Dakar attuale, ma andiamo per ordine e proviamo ad analizzare le origini di questa gara leggendaria, che ogni anno non manca di appassionare milioni di tifosi sparsi ovunque.

Bisogna infatti sapere che il rally-raid più celebre al mondo nasce nel lontano 1978, quando il motore elettrico rappresentava ancora una sorta di utopia meccanicistica e i circuiti sui quali si disputavano le gare partivano ancora dalla cosiddetta “città dei lumi”. E, in effetti, il punto di partenza si trovava proprio nei pressi di un’area molto vasta del centro di Parigi, situata sulla riva destra del canale della Senna e che termina di fronte alla Torre Eiffel. Place du Trocadéro, così si chiama ancora oggi, fu il luogo d’incontro per i piloti che all’epoca decisero di prendere parte alla prima Parigi-Dakar e affrontare così una serie di prove tra le più impegnative che il mondo dei motori abbia mai concepito.

Reggere per migliaia di chilometri armati semplicemente di bussola e carta geografica, sulla route che portava dall’epicentro della città metropolitana francese fino a Dakar, in Senegal, sarebbe considerata oggigiorno come una sfida ai limiti della follia. Ed è proprio dalla follia di Thierry Sabine, pilota e leggenda francese del mondo del rally e dell’automobilismo, che scaturì l’idea di creare l’iconico torneo.

Sabine si perse tra le dune del deserto del Niger l’anno precedente all’invenzione del torneo, durante un rally che andava da Abidjan, Costa d’Avorio, fino a Nizza. Fu tratto in salvo solo tre giorni dopo aver vagato sotto il sole cocente del deserto Ténéré. Quell’esperienza lo segnò profondamente, al punto che, una volta tornato a casa, decise di realizzare il suo sogno e creare un evento in cui potessero partecipare il maggior numero di piloti possibile, attraverso un circuito che comprendesse alcuni tra i paesaggi più affascinanti e impegnativi del pianeta.

E così, il 26 dicembre del 1978, partirono da Parigi 182 partecipanti, divisi in tre categorie (auto, moto e camion), senza distinzione di classifica. All’arrivo, tuttavia, fecero capolino solo 74 dei veicoli partiti dalla città dell’amore, di cui quattro equipaggi italiani a bordo della storica Fiat Campagnola. Questo dato mette in luce le enormi difficoltà che gli iscritti al torneo dovettero affrontare. Le tappe furono in totale otto, quattro in meno di quelle attuali, ma i chilometri furono molti di più. Infatti, questa prima edizione si estese per un totale di 10.000 chilometri suddivisi tra Francia, Algeria, Niger, Mali, Burkina Faso e Senegal, mentre la Dakar contemporanea ne conta circa 2.000 in meno. Da allora, la Parigi-Dakar ha continuato ad accrescere la sua fama a livello internazionale.

Sebbene la sua reputazione sia già riconosciuta, desidero richiamare alcune delle vicende più emblematiche che hanno segnato la favola della Dakar, per restituire al lettore l’alone di mito che ancora oggi la caratterizza. Uno su tutti, è sicuramente la scomparsa del figlio dell’allora primo ministro del Regno Unito, Mark Thatcher, che nel 1982 si smarrì nel deserto del Sahara a bordo della sua Peugeot 504, per poi essere portato in salvo da un Hercules C-130 dell’aviazione militare algerina.

Meno fortunate, invece, furono le sorti a cui andarono incontro i due rallysti dell’edizione del 1986. In questa competizione, purtroppo, persero la vita l’italiano Giampaolo Marinoni, a causa di un grave incidente avvenuto tra le dune del deserto, e l’ideatore dell’evento, Thierry Sabine. Quest’ultimo, al momento del decesso si trovava a bordo di un elicottero assieme ad altre persone, quando una tempesta di sabbia travolse il velivolo facendolo precipitare rovinosamente nei pressi di una grande duna di sabbia. L’elicottero e i suoi passeggeri non ebbero alcuna via di scampo.

Questi fatti lasciarono il mondo dello sport in uno stato di forte shock e immenso dolore. Da quel momento in poi la Parigi-Dakar cambiò per sempre volto, avviando una lenta trasformazione delle sue caratteristiche più selvagge e, quindi, maggiormente rischiose, fino ad assumere linee più raffinate e sicuramente meno primitive, di quella che era la Parigi-Dakar delle origini.

Un torneo che ha subito cambiamenti importanti: dalle partenze dei tracciati costantemente modificate – basti ricordare gli anni disputati interamente in Sudamerica, o le varie partenze dalla città di Granada, rispettivamente nel 1995 e 1996 – fino allo stop avvenuto all’ultimo minuto in circostanze di interesse geopolitico. Nel 2008, per l’appunto, vennero uccisi quattro turisti francesi a Nouakchott, capitale della Mauritania, dove i partecipanti al torneo avrebbero dovuto correre. Gli assassini furono considerati membri dell’organizzazione terroristica di Al-Qaeda che in quel periodo era in ascesa nel Maghreb islamico. Tale avvenimento fece optare per la cancellazione in extremis dell’allora Lisbona-Dakar.

La storia della Parigi-Dakar si presenta quindi come un affascinante mosaico di eventi che hanno contribuito a modellare la sua immagine, trasformandola in un vero e proprio “totem” delle corse off-road. Ma giungiamo ora ai giorni nostri e alle novità che hanno riguardato da vicino la Dakar 2025.

La prima svolta inaspettata è arrivata alla seconda tappa, dove il vincitore dell’ultima stagione, Carlos Sainz di M-Sport Ford, è stato costretto ad abbandonare il torneo anzitempo a causa di un’esclusione decisa dall’ente FIA. Stessa sorte è toccata a un altro tra i papabili vincitori. Sébastien Loeb del Team Dacia ha dovuto cedere il passo durante la terza tappa, dopo che gli stewards FIA avevano riscontrato problemi al rollbar della sua Dacia Sandrider.

A farla da padrone è stato sicuramente il Team Toyota, che ha dominato per tutta la competizione, insieme ai suoi due piloti protagonisti: Henk Lategan a bordo della sua Toyota GR DKR Hilux EVO e Yazeed Al-Rajhi, con la sua Toyota Hilux Overdrive EVO. Tuttavia, i due contendenti hanno optato per due strategie totalmente opposte alla gara: mentre Lategan ha attaccato sin dall’inizio, mantenendo salda la vetta per buona parte del torneo, Al-Rajhi, insieme al suo co-pilota Timo Gottschalk, hanno ingaggiato un approccio più cauto, studiando le mosse dell’avversario da lontano. Nonostante Lategan fosse ritenuto il favorito per la vittoria, il ragazzo di origine saudita è comunque riuscito a strappare uno storico successo, regalando a sé e al suo paese (organizzatore dell’evento) la prima vittoria in assoluto.

Il nuovo campione in carica ha sfruttato la mancanza di esperienza sulle dune da parte del duo Lategan-Cummings, portando a casa un trionfo memorabile. I due, infatti, hanno registrato una differenza di soli 3 minuti e 57 secondi, uno dei margini di vittoria più ridotti della storia della Dakar e secondo solo al record assoluto dell’edizione del 2010.

La classifica finale vede Mattias Ekström di M-Sport Ford piazzarsi al terzo posto, mentre il cinque volte campione nella categoria auto, Nasser Al-Attiyah, è riuscito a raggiungere la quarta posizione  con un distacco di soli 3 minuti e 37 secondi.

In conclusione, il Rally Dakar continua a vantare milioni di sostenitori in tutto il mondo, mantenendo un fascino senza tempo. Nel corso degli anni, ha offerto a migliaia di ingegneri, meccanici, piloti e scuderie in generale l’opportunità di mettersi alla prova attraverso tecniche innovative e sperimentazioni d’avanguardia nel settore automobilistico, promuovendo tematiche di inclusione e sostenibilità ambientale, grazie all’introduzione delle diverse componenti elettriche a emissioni zero.

La Parigi-Dakar è e rimarrà per sempre la stella polare nel cielo notturno del motorsport, pronta a guidare i piloti delle generazioni attuali e future attraverso le pericolose dune dei deserti di tutto il mondo, fino all’approdo sulle rive del famoso Lago Rosa. Qui, l’eredità del sogno di Thierry Sabine e delle altre leggende della Dakar attenderà il prossimo vincitore.

TUTTO PRONTO PER IL RALLYE AUTOMOBILE MONTE-CARLO 2025

Scritto da: Silvia Franchini

Uno dei quattro quartieri più importanti del Principato di Monaco, frequentato per decenni da membri di famiglie reali, miliardari, nobili e personaggi innamorati dei suoi casinò, come James Bond, è pronto ad ospitare come fa da ben 93 anni nel mese di gennaio piloti di livello mondiale. Si sfideranno all’ultimo decimo di secondo sin dalla prima tappa del campionato mondiale di rally. Parliamo naturalmente di Monte-Carlo, che da mercoledì 22 gennaio con lo shakedown fino a domenica 26 gennaio, sarà il centro nevralgico del primo appuntamento del World Rally Championship (WRC).

Settanta piloti pronti a destreggiarsi affrontando 18 prove speciali per un totale di 343,80 km e 1285,57 km di trasferimento, con partenza e arrivo nella splendida cornice di Monaco con un percorso spettacolare che vedrà al via nomi di un certo calibro. Parlo di Neuville, il campione in carica o Ogier, plurivincitore negli anni precedenti fino al 2023. In merito alla top class del WRC, le Rally1 abbandonano ufficialmente l’ibrido anticipando gli accordi che erano previsti per il 2026. Da tempo, inoltre, è finita la possibilità di scegliere gli pneumatici da utilizzare, che ad alcuni piloti ha dato l’opportunità di distinguersi e vincere per ben quattro volte il Rally di Monte-Carlo, come ha fatto Tommi Makinen dal 1999 al 2002.

Gli equipaggi del 2025, invece, dovranno utilizzare obbligatoriamente pneumatici Hankook, grande novità dopo anni di utilizzo di gomme Pirelli. Nel Rally di Monte-Carlo, gli pneumatici hanno estrema importanza. Svolgendosi a gennaio, bisogna essere pronti a superare qualsiasi condizione meteo che si ripercuote sull’asfalto attraverso pioggia, fango e neve che si possono trovare contemporaneamente sullo stesso percorso seppur in diverse zone.

L’ultima prova del rally, ad esempio, la PS18 “La Bollène Vésubie – Peira Cava” (Power Stage), è famosa poiché prevede un percorso in salita attraverso il Col de Turini, che è spesso innevato o ghiacciato e rende dunque la gara tanto spettacolare quanto ardua e difficoltosa. Si accendano i motori e che vinca il migliore! À vos marques, prêts, partez!

TAKAMOTO KATSUTA ANALIZZA LA SUA STAGIONE WRC 2024

Scritto da: Tiziano Topini

“Se fosse successo qualcosa (durante il rally, ndr) questo sarebbe stato l’ultimo rally per me”. Parole che lasciano ben poco all’immaginazione quelle di Takamoto Katsuta, alfiere della Toyota Gazoo Racing WRT dal 2020. Sono state pronunciate da lui alla fine dell’evento di casa, il FORUM8 Rally Japan 2024 (20-24 novembre, Toyota City). Ma andiamo con ordine.

Per chi non se lo ricordasse, Katsuta non è stato presente in tutti i rally della stagione passata. È stato escluso dal terzo Rally Chile BIOBÍO (26-29 settembre, Concepción) per via delle sue non brillanti performance in favore del giovane Sami Pajari, che ha avuto modo di mettersi alla prova con la GR Yaris Rally1 Hybrid. L’unico podio conquistato lo scorso anno è stato un secondo posto al 72esimo Safari Rally Kenya (28-31 marzo, Naivasha).

Il secondo Central European Rally (17-20 ottobre, Karpfham) è stato l’evento della rivalsa. Il pilota nipponico ha avuto modo di dimostrare nuovamente il proprio valore, conquistando il quarto posto di classe e di categoria, e ripetendosi al rally giapponese, conquistando i 12 punti la domenica. Come detto poc’anzi, la pressione che sentiva sulle proprie spalle, era davvero tanta.

“Non era una pressione normale, ovviamente. È stato un weekend folle, davvero folle”, ha detto Katsuta a DirtFish. “Non lo so, come dirlo? Non ho mai provato questo tipo di sensazione in un’auto da rally o in tutta la mia vita. Una pressione enorme. Dovevo solo riportare indietro l’auto. Allo stesso tempo, in Giappone, non riesco a guidare come se fossi in macchina la domenica. È stato mentalmente duro”.

“Anche durante la Power Stage ci stavo provando davvero (ad impegnarmi, ndr), ma non mi sentivo a mio agio; probabilmente c’era ancora qualcosa nella mia mente, non ne sono sicuro. Ma comunque sono tornato, quindi ora finalmente mi sento un po’ sollevato”.

Katsuta, all’epoca di queste dichiarazioni, non era ancora al corrente del rinnovo del proprio contratto per il sedile in Toyota. Ora sappiamo che è ufficialmente nella line-up 2025. Dunque tanto “rumore” per nulla. Noi di Rally News Plus non vediamo l’ora di raccontarvi la stagione ventura del WRC, quindi ricordate sempre di tenere d’occhio le notizie.

IL BELGA THIERRY NEUVILLE CON IL NUMERO 1 NEL WRC 2025

Scritto da: Tiziano Topini

Il numero 1, è quello che ogni pilota sogna di poter sfoggiare sulla propria vettura. Dopotutto, Enzo Ferrari all’epoca diceva: “Il secondo, è il primo dei perdenti”. Schumacher e Verstappen vi ricordano qualcosa? Appena diventati campioni del mondo, hanno iniziato a sfoggiarlo l’anno successivo. E nel rally? L’ultima volta fu visto nel 2022 sulla GR Yaris Rally1 Hybrid del francese Sèbastien Ogier. Presto però farà ritorno, ma sulla i20 N Rally1 del pilota belga Thierry Neuville.

“Non è un segreto che abbiamo già i numeri uno sulla macchina”, ha detto il belga a Motorsport.com, alludendo al numero 11 adottato fino ad ora. “Ma ora sarà solo 1. Non vedo l’ora”. Il 36enne ha anche riflettuto sul successo nella concretizzazione della conquista del titolo, accennando anche ai festeggiamenti tenutosi in terra natia, in Belgio. “È una bella sensazione, a dire il vero. Ovviamente è la migliore ricompensa che possiamo ottenere per tutto il duro lavoro degli ultimi anni, non solo di questa stagione. È stato un bel viaggio impegnativo, di sicuro, ma siamo orgogliosi”.

“Abbiamo avuto delle grandi celebrazioni in Belgio, con più di 2000 persone che si sono riunite per festeggiare il nostro ritorno. È stato un bel momento e non lo dimenticherò. Dovremo vedere cosa succede (senza ibrido e con nuovi pneumatici, ndr). Non mi aspetto grandi differenze rispetto a prima, e dall’esterno la gente non vedrà nulla di diverso”. Ora tutti i fari sono puntati sul 93esimo Rallye Automobile Monte-Carlo (23-26 gennaio, Gap), ovvero l’appuntamento (mondano) d’apertura della stagione 2025. Dunque il 2025 sarà una stagione tutta da seguire. Thierry Neuville e la Hyundai riusciranno a tenersi dietro gli avversari?

DAKAR STREGATA PER IL “CANNIBALE” SÈBASTIEN LOEB

Scritto da: Marco Amabile

Ricordate il miglior pilota di rally di tutti i tempi? La risposta è quanto mai scontata. Forse da adolescenti o ancor prima da bambini, quando il mondo vi appariva ancora come una grande tavolozza su cui apporre i colori più vivaci, vi sarà sicuramente capitato di ascoltare il suo nome da qualche parte. Magari eravate immersi in qualche videogioco, oppure fuori all’aria aperta, a giocare con gli altri bambini. Almeno una volta, però, vi sarà capitato di imbattervi nel nome di Sébastien Loeb.

Poiché le leggende navigano nel tempo, riecheggiano infinite volte prima di giungere nei luoghi desiderati e infine approdano, più forti che mai, laddove sono richieste. E allora ecco la Dakar 2025, che dal 3 al 17 gennaio terrà impegnati i vari piloti in una delle competizioni più affascinanti e ambite all’interno del panorama del motorsport. È dalle piste dell’Arabia Saudita che il nove volte campione del mondo WRC ha deciso di ripartire e, per farlo, ha scelto di affidarsi al motore V6 tre litri biturbo a iniezione diretta da 360 cv della sua Dacia Sandrider.

Partiti con grande speranza, Loeb e il suo equipaggio hanno cercato sin da subito di guadagnare buone posizioni, benché un problema elettrico li avesse rallentati già durante la prima prova. Ciò nonostante, il pilota alsaziano, insieme al suo co-pilota, Fabian Lurquin, è riuscito a raggiungere la terza tappa in sesta posizione, distanti 18 minuti dalla vetta. Tuttavia, durante la terza prova le cose hanno iniziato a prendere una piega diversa.

Mentre stavano attraversando il chilometro numero dodici della gara che va da Bisha a Al Henakiyah, infatti, Loeb e Lurquin non sono riusciti ad evitare un piccolo dump che si trovava leggermente fuori dal tracciato principale. L’impatto ha così rovesciato la vettura, facendole compiere un giro in aria completo prima di atterrare nuovamente sul terreno. Fortunatamente, sia Loeb che Lurquin ne sono usciti indenni e la Dacia Sandrider, insieme al suo equipaggio, è riuscita a proseguire faticosamente fino al bivacco di Al Henakiyah, concludendo la gara in sedicesima posizione assoluta.

Davanti a loro, per la prima volta, si è visto Saood Variawa con la sua Toyota GR DKR Hilux EVO, che ha contribuito alla nascita di un nuovo record. Variawa, in effetti, è diventato il più giovane vincitore di tappa di sempre nella classe Ultimate. Successivamente, la FIA, l’ente responsabile della regolamentazione e della sicurezza dell’evento, ha deciso di squalificare la leggenda del motorsport e il suo copilota. La decisione è stata presa a seguito di un controllo approfondito da parte degli stewards, che hanno rilevato danni significativi alla gabbia di sicurezza della vettura N° 219 e l’immediata esclusione del suo equipaggio.

In seguito a questa decisione, il Team Dacia aveva manifestato l’intenzione di presentare un appello, per poi rimangiarsi tutto a poche ore dall’inizio della quarta fase, compromettendo così le ultime speranze di Loeb di continuare la sua avventura nella Dakar. Si tratta dell’ennesima delusione per il talento francese, che vede così il proprio sogno di vittoria nella Dakar svanire sempre più. Questo dato non solo evidenzia la frustrazione da parte del re del rally – questa era la nona volta che ci provava – ma mette in luce anche l’estrema difficoltà di questa competizione, dove i concorrenti, esperti e non, si trovano a dover fronteggiare terreni insidiosi e standard di sicurezza rigorosissimi.

Insomma, non sarà un boccone facile da digerire per uno come Sébastien Loeb, abituato a vincere praticamente di tutto. Una sorta di “cannibale” del motorsport, come spesso è stato etichettato, e che, dagli inizi degli anni duemila, è riuscito a consolidare uno strapotere assoluto con nove vittorie consecutive nel campionato del mondo di rally. Un palmarès da fare invidia ad altre leggende del mondo dello sport e che forse avrebbe trovato la sua consacrazione con la vittoria della Dakar 2025 e il suo nome urlato un’altra volta dagli amanti del rally. Un’altra volta… Chissà… Forse l’ultima per Sébastien Loeb.

IL GIOVANE MATTEO FONTANA TRA WRC3 & CIRT NEL 2025

Scritto da: Francesco Angelini

Sarà una stagione estremamente intensa per Matteo Fontana. Il 21enne parteciperà al campionato mondiale di rally (WRC3) e al Campionato Italiano Rally Terra (CIRT). Il talentuoso pilota utilizzerà la Fiesta Rally3 in entrambi i campionati.

“Qualche giorno di relax prima di ricominciare i test per il Monte-Carlo”, ha affermato il giovanissimo Matteo Fontana sul suo profilo Instagram. “Ci aspetta un 2025 molto intenso. Mondiale WRC3 e Italiano Terra, non vediamo l’ora di iniziare”.

Il rallista comasco, fino ad ora, ha ottenuto sempre risultati eccellenti sia nel campionato mondiale di rally che nei campionati nazionali. Nel 2025 sarà navigato nuovamente da Alessandro Arnaboldi, anche lui molto giovane e talentuoso.

Nel 2023 hanno corso e completato otto gare nel mondiale rally. Lo scorso anno hanno partecipato a dieci gare del mondiale rally e al Campionato Italiano Rally Terra. Nel WRC hanno ottenuto ben sei vittorie di classe (RC3) con la Fiesta Rally3.

Credit: Matteo Fontana