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Autore: Redazione

ARTINO CONQUISTA LA COPPA ITALIA FEMMINILE

Scritto da: Comunicato Stampa

La rallista Noemi Artino, pilota ventiduenne di Lamporecchio, è la vincitrice della Coppa Italia Rally femminile 2025. La giovane driver portacolori della scuderia ART Motorsport 2.0 è riuscita a prevalere nel confronto espresso nel fine settimana sulle strade del Rally Tirreno Messina, ambientazione della Finale Nazionale Coppa Italia Rally. Al volante della Renault Clio Rally5 schierata dal team BR Sport e condivisa con il co-pilota Leonardo Matteoni, Noemi Artino ha consolidato la leadership di categoria legittimata nella prima giornata di gara e concretizzata con l’arrivo a Messina, da vincitrice di tutte le prove speciali in programma con ampio distacco sulle dirette avversarie. 

“Sono felicissima, so che potevo far meglio ma l’obiettivo prefissato era chiaro, vincere la coppa – il commento di Noemi Artino – potevo certamente far meglio ma sono soddisfatta del mio approccio su strade mai viste prima. È stata un’esperienza bellissima, condivisa con Leonardo al mio fianco, che ringrazio per il supporto. La Renault Clio Rally5 è una vettura stupenda, professionale e divertente. Ringrazio la mia scuderia, la ART Motorsport 2.0, il team Laserprom 015 che mi ha affidato la vettura quest’anno, le co-pilote Elena Cecconi e Giancarla Guzzi, il team BR Sport ed i partner che mi hanno accompagnato nel corso della stagione sportiva”.

Grande, la soddisfazione espressa dall’Amministrazione comunale di Lamporecchio con le parole del Sindaco Anna Trassi: “Siamo orgogliosi di Noemi, oggi festeggiamo con lei la vittoria della Coppa Italia Rally femminile, frutto di un impegno affrontato con assoluta dedizione e che regala lustro al nostro paese”.

Credit: Amicorally (Web)

DANI SORDO CONQUISTA IL CAMPIONATO PORTOGHESE

Scritto da: Tiziano Topini

Il Rali Vidreiro Centro de Portugal è stato l’ultimo appuntamento del CPR (Campeonato Portugal de Ralis) 2025 e ha visto una serratissima lotta al centesimo di secondo tra gli equipaggi Dani Sordo/Cándido Carrera (i20 N Rally2) e Kris Meeke/Stuart Loudon (GR Yaris Rally2). Il pilota spagnolo non ha concesso il minimo margine d’errore al rivale inglese. La vittoria, infatti, avrebbe assegnato direttamente il titolo di campione. E Sordo, come già accennato, non ha lasciato alcuno spiraglio, chiudendo davanti a Meeke con un distacco di +0,8 secondi.

Un gran risultato, insomma, soprattutto considerando Armindo Araújo (Fabia RS Rally2), il pilota portoghese più veloce e costante dell’intera stagione e terza forza del campionato. L’ottava tappa del CPR è stata quindi una delle più competitive della storia della serie. Sordo e Meeke sono stati i protagonisti assoluti dell’evento, ma vediamo più nel dettaglio cosa è accaduto, partendo dal fondo. Araújo, come accennato, è stato sì il pilota più costante dell’anno, ma un errore nella prova speciale notturna SS8 “Pombal-Carnide 2” lo ha messo fuori gioco: un testacoda gli è costato dieci secondi, estromettendolo dalla lotta per il titolo. In ogni caso, si è confermato il migliore tra i piloti portoghesi.

Bicchiere – anzi, coppa – mezzo pieno per lui. Tornando a Dani Sordo, ha mantenuto il comando dalla prima all’ultima tappa, sempre con un margine minimo di 0,6 secondi. Una piccola curiosità: è lo stesso vantaggio con cui ha affrontato la Power Stage SS9 “Mata-Mourisca 2” (11,10 km), dove è riuscito a essere più veloce di Meeke che, pur guidando al limite, non è riuscito a recuperare i 0,2 secondi necessari.

Piccola nota a piè di pagina – o forse una meritata menzione d’onore, con un pizzico di sano orgoglio patriottico: nelle categorie minori, il diciottenne esordiente Francisco Fontes ha conquistato il suo primo rally (quinto in carriera) con il FPAK Junior Team, al volante della Lancia Ypsilon HF Racing Rally6, infliggendo oltre un minuto di distacco al venticinquenne Luis Mendes, su Peugeot 208 Racing Rally6. Che dire? Se son rose, fioriranno. Questa volta davvero.

Credit: Dani Sordo (X)

CRUGNOLA & OMETTO SI DIVIDERANNO NEL 2026

Scritto da: Tiziano Topini

Dopo sei anni di collaborazione, ovvero dal 2019, il consolidato e vittorioso duo Andrea Crugnola e Pietro Elia Ometto si divide, rompendo così un sodalizio sportivo che ha potuto vantare tantissime vittorie in questi ultimi anni. Di seguito, trovate la loro dichiarazione rilasciata sui profili Instagram ufficiali.

“Dopo anni straordinari insieme, ricchi di emozioni, successi e momenti indimenticabili, abbiamo deciso di prenderci una pausa come equipaggio a partire dalla stagione 2026. Questa scelta nasce dalla volontà di intraprendere nuove sfide personali e professionali, nel massimo rispetto reciproco e con la consapevolezza di ciò che abbiamo costruito insieme, con l’obiettivo di continuare a vivere la nostra passione per il rally nel modo migliore possibile, per poi chissà ritrovarci in vista delle future stagioni. Ringraziamo di cuore tutti i nostri tifosi, partner e il team per il sostegno e l’affetto che non ci hanno mai fatto mancare. Le nostre strade si divideranno in gara, ma resteremo legati da un’amicizia sincera e da una grande passione comune: il rally”.

Insieme hanno vinto molto: quattro titoli CIAR (2020, 2022-2024) e, quest’anno, anche il titolo TIR. Tanti i successi anche a livello internazionale. Nel 2021, alla guida della i20 N Rally2, conquistarono la decima posizione assoluta (1° WRC3 e Rally2) all’ACI Rally Monza, evento valido per il mondiale rally. Dunque, cosa ci riserverà il 2026? È presto per dirlo. L’anno venturo è ancora lontano, e nel mondo del motorsport, come si suol dire, tutto può accadere da un momento all’altro.

Credit: Andrea Crugnola (IG)

NOEMI ARTINO ALLA FINALE DI COPPA ITALIA

Scritto da: Comunicato Stampa

La rallista Noemi Artino è pronta alla sua prima esperienza di spessore, quella che – nel fine settimana – la proietterà nella bagarre della Finale Nazionale Coppa Italia Rally. Ambientazione dell’evento saranno le prove speciali del Rally Tirreno-Messina, contesto che la vedrà al “via” su una Renault Clio Rally5 schierata dal team BR Sport e condivisa con Leonardo Matteoni.

La giovane Noemi Artino, che ha conquistato l’accesso alla finale grazie alla vittoria della Coppa Rally di Zona 7 femminile, ha inanellato una serie di risultati utili in stagione vincendo il confronto “rosa” al Rally di Reggello e due seconde posizioni al Rally Casciana Terme e al Rally Città di Pistoia, con la sua vettura contrapposta ad esemplari di categoria superiore.

Per la portacolori della scuderia ART Motorsport 2.0, il Rally Tirreno-Messina rappresenta una valida occasione di crescita al di fuori dei confini regionali, la sesta partecipazione di una stagione sportiva soddisfacente. In Sicilia, Noemi Artino cercherà progressione e feeling con le selettive prove speciali proposte, acquisendo esperienza in un palcoscenico di primo piano. Fulcro dell’evento sarà Piazza Duomo, a Messina, da cui – all’ombra del celebre Campanile con il suo orologio e le note animazioni meccaniche – le vetture sfileranno sulle pedane di partenza ed arrivo.

Il programma di gara prevede undici prove speciali: sabato 15 novembre, subito dopo la partenza, si disputeranno i due tratti cronometrati “Le Masse” e “Reginella”. Domenica 16 novembre seguiranno altre nove prove: “Peloritani” con due passaggi, “Roccavaldina” e “Rometta” con tre passaggi ciascuna, per concludere con l’unico passaggio di “Campo Italia”. Pianificata una copertura media capillare con live su ACI Sport TV (228 Sky e 52 Tivùsat) e dirette streaming. 

Credit: Amicorally (Web)

OTT TÄNAK ANNUNCIA LA SUA PAUSA DAI RALLY

Scritto da: Luca Gentile

Dopo settimane di voci, è arrivata l’ufficialità. L’estone Ott Tänak, protagonista di sedici stagioni consecutive nel mondiale rally, non sarà al via del WRC 2026. Il campione estone, iridato nel 2019 con Toyota, ha confermato oggi che si prenderà una pausa a tempo indeterminato dalle gare, scegliendo di non correre a tempo pieno nella prossima stagione.

La notizia segue di pochi giorni quella del momentaneo stop di Kalle Rovanperä, e segna una svolta inattesa per la griglia del prossimo anno. Il WRC perde così un altro fuoriclasse, un pilota amatissimo, noto per il suo stile asciutto ma incisivo, e capace di trasformare la costanza in arma vincente.

“NON È UN ADDIO. MA È IL MOMENTO DI FERMARSI”

Le parole usate da Tänak per annunciare la sua scelta non lasciano spazio ai dubbi: “Dopo un viaggio incredibile nel WRC e diverse indimenticabili stagioni in cui ho corso al livello più alto possibile, ho deciso di prendere una pausa”. Nessun addio definitivo, ma un’esigenza di ricalibrare la propria vita, come ha sottolineato lui stesso: “Credo sia il momento giusto per riflettere, dedicare più tempo alla mia famiglia e tornare a casa, in Estonia”.

È un messaggio sincero, diretto, che racconta il bisogno di rallentare dopo anni vissuti ad altissima intensità. Tänak ha sempre affrontato ogni rally con un mix raro di precisione e determinazione, e anche in questo annuncio non manca la lucidità di chi sa quando è il momento di fare un passo indietro per tornare più forte.

UN CAMPIONE VERO, FORGIATO NELLA POLVERE

Classe 1987, Tänak è stato il primo – e finora unico – estone a laurearsi campione del mondo WRC, conquistando il titolo nel 2019 con la Toyota Gazoo Racing WRT. La sua carriera, però, inizia molto prima: debutta nella massima serie nel 2009 e costruisce il proprio percorso passo dopo passo, passando da M-Sport a Hyundai, fino a ritornare proprio nel team coreano nella stagione 2025, attualmente in chiusura.

Nel suo messaggio, Tänak ha ricordato quanto il motorsport sia stato parte integrante della sua vita: “È stata la mia vita sin dai primi anni, dai rally locali fino al gradino più alto del podio mondiale. Questo sport ha plasmato la mia persona. Ogni stage, ogni curva, ogni sfida mi ha insegnato qualcosa: resistenza, lavoro di squadra, passione”.

UN 2026 SENZA TÄNAK (ALMENO PER ORA)

Il campionato 2026 dovrà dunque fare a meno non solo di un campione del mondo, ma anche di una figura centrale per l’equilibrio del WRC, dentro e fuori dall’abitacolo. Tänak ha confermato che non prenderà parte a una stagione completa, ma ha lasciato aperta la porta a eventuali apparizioni sporadiche o a un possibile rientro futuro. Non sarà, insomma, un’assenza totale: il pilota estone resta nel paddock, con lo sguardo rivolto alla prossima sfida – qualunque essa sia.

UNA LEZIONE DI UMANITÀ E CONSAPEVOLEZZA

In un ambiente dove la pressione è costante e l’immagine del pilota infallibile sembra d’obbligo, Ott Tänak ha scelto di raccontarsi con trasparenza e umanità. Ha parlato di momenti difficili, di stagioni che non sono andate come previsto, ma anche di quanto ogni esperienza abbia contribuito a costruire non solo la sua carriera, ma anche la sua persona. E questo, forse, è il messaggio più forte di tutti.

In attesa di rivederlo al volante, magari su qualche tratto cronometrato delle sue amate strade estoni, il WRC saluta uno dei suoi interpreti più autentici. Non con un addio, ma con un arrivederci carico di rispetto.

Credit: Ott Tänak (IG)

OGIER VINCE IN GIAPPONE, LOTTA SERRATA PER IL TITOLO

Scritto da: Luca Gentile

Nel cuore del Giappone, tra le colline e i tornanti asfaltati attorno a Toyota City, Sébastien Ogier ha firmato una vittoria che non è soltanto l’ennesimo capitolo di una carriera leggendaria, ma anche un colpo di scena nella corsa al titolo WRC 2025. Il francese di Toyota ha respinto l’assalto del compagno di squadra Elfyn Evans, chiudendo il FORUM8 Rally Japan con un vantaggio di 11,6 secondi e rilanciando la sua rincorsa al mondiale, ora distante solo tre punti.

Evans, leader della classifica fino a questo weekend, ha lottato fino all’ultimo metro, ma ha pagato un sabato non perfetto e una domenica dove Ogier ha imposto un ritmo insostenibile. A rendere ancora più significativo il risultato è stato il dominio assoluto del team Toyota, che ha monopolizzato le posizioni di vertice in una gara che, fin dalle prime speciali, si è rivelata tra le più insidiose della stagione.

IL VENERDÌ DI KATSUTA, L’ASSALTO DI OGIER

La corsa si è accesa subito venerdì 8 novembre con il primo giro sulle prove speciali nei dintorni di Toyota City. Dopo una mattinata in cui Ogier ha mostrato un passo straordinario, è stato l’idolo di casa Takamoto Katsuta a infiammare il pubblico, prendendo brevemente il comando nella PS3. Ma la risposta del fuoriclasse francese non si è fatta attendere: dalla PS4 in poi, Ogier ha ripreso il controllo della classifica, chiudendo la giornata con 7,9 secondi di vantaggio su Katsuta e 10,2 su Evans.

Una partenza perfetta per il francese, che ha messo in mostra un feeling impeccabile con la GR Yaris Rally1 e ha cominciato a costruire la sua vittoria con la solita combinazione di precisione e freddezza. Alle sue spalle, Evans ha scelto una strategia attendista, cercando di risparmiare gomme in vista del sabato.

SABATO: IL RITORNO DI EVANS, IL CROLLO DI KATSUTA

La giornata di sabato 9 novembre ha rappresentato il punto più alto del duello tra i due alfieri Toyota. Evans ha cominciato a spingere con forza sin dalla PS9, festeggiando tra l’altro la sua 200° vittoria in una prova speciale WRC sul Monte Kasagi. Proprio questa stessa prova, nella sua ripetizione pomeridiana, ha segnato però la fine della corsa di Katsuta: un errore in una chicane ha portato il giapponese a colpire una barriera d’acqua, danneggiando il servosterzo e dicendo addio alle ambizioni di podio.

Evans ha ridotto il distacco da Ogier fino a portarlo a soli 1,6 secondi, ma il francese ha risposto con lucidità e determinazione. Vincendo tre delle ultime quattro speciali del sabato, tra cui la Obara 2 e la Ena 2, Ogier ha chiuso la giornata in testa con 6,5 secondi di margine. Un vantaggio sottile, ma psicologicamente decisivo.

DOMENICA BAGNATA, DRAMMA FOURMAUX: PAJARI SUL PODIO

Domenica 10 novembre si è corsa la giornata conclusiva, con sei prove speciali e 72,38 chilometri cronometrati. Le previsioni si sono avverate: la pioggia ha reso le strade scivolose e imprevedibili, aumentando il rischio e moltiplicando gli errori. A pagarne il prezzo è stato Adrien Fourmaux, che dopo un sabato brillante era salito al terzo posto. Il francese di Hyundai ha commesso un errore fatale nella PS18, finendo contro un albero e danneggiando irreparabilmente la sua i20. Addio podio, addio sogni di gloria.

Chi ha approfittato del colpo di scena è stato Sami Pajari: il giovane finlandese ha gestito alla perfezione l’ultima giornata, senza sbavature, portando a casa il primo podio in carriera nella categoria regina. Alle sue spalle si sono classificati Tänak, Munster e un tenace Rovanperä, che dopo i problemi di venerdì ha recuperato fino al sesto posto.

NEUVILLE E HYUNDAI, UN FINE SETTIMANA DA DIMENTICARE

Thierry Neuville ha vissuto uno dei weekend più difficili della sua carriera recente. Già sabato mattina, prima ancora di iniziare la prima speciale, ha rilevato la rottura di un semiasse che lo ha costretto al ritiro anticipato. Rientrato domenica con la speranza di raccogliere punti nella Power Stage, ha dovuto fare i conti con una serie di guasti tecnici che ne hanno frustrato ogni tentativo di recupero. Una Hyundai affaticata, fuori dal podio, e ora costretta a riflettere in vista del gran finale.

TITOLO ANCORA IN BILICO: TUTTO SI DECIDE IN ARABIA

Con questa vittoria, Ogier riduce il suo ritardo da Evans a soli tre punti nella classifica generale. Il destino del titolo 2025 si deciderà quindi in Arabia Saudita, nell’ultima prova del calendario in programma tra il 28 novembre e il 1° dicembre. Un epilogo tutto da scrivere, con la tensione che salirà alle stelle. Rovanperä, terzo in classifica, è ancora teoricamente in corsa, ma con un ritardo di 24 punti il sogno sembra ormai sfumato.

Ogier, con 67 vittorie in carriera, ha dimostrato ancora una volta di essere il punto di riferimento assoluto nei momenti chiave. Ma Evans, deciso a non mollare, avrà l’ultima chance per difendere il suo primato. Il mondiale resta vivo, avvincente, imprevedibile. E il Rally del Giappone 2025 sarà ricordato come il teatro della battaglia più emozionante dell’anno.

Credit: Toyota Gazoo Racing WRT (X)

ANDREA DE ADAMICH, IL SIGNORE DELLA VELOCITÀ

Scritto da: Piernicola Gervasi

La carriera agonistica di Andrea de Adamich è stata una cavalcata straordinaria attraverso l’età d’oro delle corse automobilistiche, dimostrando fin da subito di possedere quel talento cristallino che distingue i veri fuoriclasse. La Formula 1 lo vide protagonista dal 1968 al 1973, con 30 Gran Premi all’attivo e momenti di pura magia al volante.

“Io sono stato più velocista, da pista, perché mi piaceva la concorrenza diretta”, ma non solo. De Adamich si è dilettato anche nel mondo dei rally con un’Alfa Romeo Giulia Super, in coppia con Aldo Morgantini, aggiudicandosi il Rally Internacional do ACP 1964 (Rally del Portogallo, tappa del campionato europeo), “battendo la squadra ufficiale Renault e la squadra ufficiale Mercedes, quando facevano i rally”. Questi virgolettati sono l’estratto di un’intervista del marzo 2023, ma non è ancora il momento di parlarne.

Andrea de Adamich è stato la colonna sonora delle domeniche degli appassionati italiani. Per oltre tre decenni, la sua voce ha accompagnato migliaia di gare, trasformando ogni Gran Premio in un’esperienza emozionante e coinvolgente.

La sua competenza tecnica, forgiata negli anni al volante, si univa a una capacità narrativa rara, che contribuì ad accendere una nuova fiamma: fondare il Centro di Guida Sicura di Varano de’ Melegari, educando generazioni su generazioni alla sicurezza stradale.

Proprio lì, nel marzo del 2023, ebbi la straordinaria opportunità di partecipare al corso di guida evoluta, quella che considero l’esperienza più bella della mia vita. Potersi mettere al volante di capolavori in movimento come Alfa Romeo 4C, Giulia Quadrifoglio e Stelvio Quadrifoglio in un circuito tecnico come il Riccardo Paletti, accompagnato da istruttori del calibro di Aghini, Crugnola e Alex Fiorio, non ha eguali.

Una giornata scandita da giri in pista e nozioni teoriche, nella quale riuscii a ritagliare due minuti per conversare proprio con Andrea, che mi concesse una piccola “intervista” (se tale si possa definire) per Rally News Plus, la testata giornalistica che oggi presiedo e dirigo insieme al mio amico e fondatore Francesco Angelini.

Ogni commento era una lezione di motorsport, ogni analisi un capolavoro di precisione e passione. Se la sua maestria traspariva televisivamente, figuratevi in prima persona! Il Gran Premio del Bahrain si correva proprio quel weekend e cogliemmo l’opportunità di vedere le qualifiche con Andrea. La sua capacità di analizzare, interpretare e spiegare un mondo in continua evoluzione non aveva davvero eguali, regalandomi momenti che conservo nel cuore.

Ad Andrea de Adamich devo sicuramente l’aver appreso concretamente come si mettono quattro ruote in strada, è vero, ma devo a lui anche se la passione per il giornalismo ha fatto capolino in me, avvicinandomi sempre di più al mondo del motorsport e dei rally in particolare, fino ad arrivare a contribuire a una delle testate più autorevoli del settore.

Proprio a Varano de’ Melegari ho realizzato la mia prima intervista e porta il nome di Andrea de Adamich. La vedo come una sorta di consacrazione da parte di una delle figure più grandi del giornalismo (e dell’automobilismo, ovviamente) del nostro Paese.

Grazie Andrea per ciò che hai fatto per generazioni di automobilisti, piloti e spettatori. Mi piace ricordarti con la frase conclusiva di quella intervista: “Mi raccomando, sicurezza al volante”.

Credit: Centro Guida Sicura (IG)

IL MONZA RALLY SHOW NON SI TERRÀ QUEST’ANNO

Scritto da: Luca Gentile

Era previsto dal 5 al 7 dicembre, e come ogni anno avrebbe chiuso la stagione rallistica italiana con uno show carico di adrenalina, spettacolo e passione. Invece, con una nota ufficiale diffusa nei giorni scorsi, l’Autodromo Nazionale di Monza ha annunciato che l’edizione 2025 del Monza Rally Show non avrà luogo.

La decisione è stata presa dopo una lunga e attenta valutazione delle dinamiche del settore e delle condizioni organizzative attuali, che secondo il circuito brianzolo non consentono di garantire un evento all’altezza delle aspettative, né per il pubblico né per i protagonisti.

MOTIVI STRUTTURALI E LOGISTICA COMPLESSA

A pesare sulla cancellazione non è stato un singolo fattore, ma un insieme di criticità logistiche e di programmazione. Tra queste, emerge in particolare l’impatto degli interventi infrastrutturali previsti per il 2026, già in fase di pianificazione e compatibili solo con un calendario sportivo rivisto. L’autodromo ha quindi preferito non confermare un evento che, nella situazione attuale, rischiava di non essere all’altezza della tradizione e del prestigio costruiti negli anni.

DISPIACERE PER PUBBLICO, TEAM E PILOTI

La notizia arriva come un colpo per piloti, team e appassionati che avevano già confermato la propria partecipazione o acquistato i biglietti. Il Monza Rally Show rappresenta da decenni un punto di riferimento per l’automobilismo spettacolo, un’occasione di chiusura di stagione che unisce professionisti, celebrità, sponsor e tifosi in un format unico nel suo genere. Nel comunicato, l’autodromo esprime rammarico per la cancellazione e si scusa con tutti gli stakeholder coinvolti.

UNO STOP CHE FA RIFLETTERE

La cancellazione del Monza Rally Show 2025 apre interrogativi sul futuro dell’evento, ma anche su come la gestione delle infrastrutture e la sostenibilità logistica stiano ridefinendo il calendario motoristico italiano. La speranza, ora, è che la pausa forzata del 2025 possa servire a ripensare e rilanciare il format nel 2026, magari proprio a lavori conclusi, con una cornice rinnovata e un’organizzazione all’altezza della sua storia.

Credit: Kajetan Kajetanowicz (X)

FERRARI REGINA DEL WEC, IL ROSSO CHE UNISCE

Scritto da: Nicola Salatino

Certe vittorie non si limitano a una bandiera a scacchi. Hanno dentro il rumore di un motore, il sudore dei meccanici e l’emozione di chi, guardando quella macchina passare, sogna di esserci un giorno. La Ferrari ha conquistato il titolo WEC 2025, sigillando un’annata di pura intensità con il trionfo alla 8 Ore del Bahrain. Una vittoria che riporta il Cavallino Rampante in cima al mondo dell’endurance e che riaccende un sentimento che va oltre lo sport: l’orgoglio italiano di saper costruire, innovare e vincere.

Il successo non nasce da un colpo di fortuna. Nasce da strategie perfette, da un team affiatato e da piloti che sanno spingere al limite anche quando il cronometro sembra un nemico. Tra loro Antonio Giovinazzi, che insieme ad Alessandro Pier Guidi e James Calado ha portato la Ferrari 499P numero 51 a tagliare il traguardo da protagonista.

Giovinazzi, originario di Martina Franca, non è solo “il pugliese della Ferrari”: è il simbolo di una generazione di piloti che non ha mai smesso di crederci. Dopo la Formula 1, ha accettato la sfida dell’endurance con umiltà e tenacia, diventando parte essenziale del progetto Ferrari AF Corse. E oggi, quel percorso di fatica e sacrifici è arrivato fino alla vetta del mondo.

Tra le immagini che resteranno scolpite nella stagione, una su tutte: la Ferrari 499P che taglia il traguardo a Imola, davanti al suo pubblico.

Un momento che ha avuto il sapore di un romanzo: l’Italia che applaude la Rossa, il boato del pubblico, e Giovinazzi che alza il pugno in aria.

Da lì in poi, tutto è cambiato: consapevolezza, fiducia, e quella sensazione che – finalmente – il sogno endurance di Maranello fosse tornato realtà.

Ogni successo sportivo racconta una storia. Quella di Giovinazzi ha un messaggio che vale più di mille dati tecnici: non importa da dove parti, importa quanto sei disposto a crederci. Un ragazzo cresciuto tra i trulli e le strade tranquille della Valle d’Itria che oggi condivide il box con ingegneri di livello mondiale e piloti di caratura internazionale.

Il suo percorso è la dimostrazione che il talento, da solo, non basta. Serve la determinazione, la costanza, la voglia di affrontare anche i momenti difficili.

E per chi oggi sogna di correre, di diventare pilota, di costruirsi un posto nel motorsport, il messaggio è chiaro: si può fare.

Non è facile, non è immediato, ma è possibile – se sei disposto a vivere il sogno con la stessa passione con cui un motore Ferrari prende vita sotto la pioggia del Bahrain.

La vittoria Ferrari non è solo il successo di una squadra. È il successo di un’idea: quella che l’Italia, quando crede in sé stessa, sa ancora dettare legge nel mondo dei motori. Un rosso che non divide, ma unisce. Che accende il cuore di chi guarda, e che forse – in qualche giovane appassionato – accende anche il desiderio di provarci per davvero.

Perché, alla fine, la vera vittoria non è quella di chi arriva primo. È di chi, guardando quella macchina sfrecciare, decide di mettersi in gioco.

Credit: Christian Bolognese – Bierre Photo Sport (IG)