
Categorie: Altri Rally
QUANDO RALLY & FORMULA 1 CORREVANO ASSIEME
26 Maggio 2025
Redazione
Scritto da: Tiziano Topini
In un’epoca che oggi sembra appartenere più al mito che alla realtà, esisteva una corsa in cui leggende del volante provenienti da universi opposti – la F1 e il rally – si ritrovavano a condividere lo stesso abitacolo. Sì, davvero. Velocisti da circuito e maestri dello sterrato, fianco a fianco, dentro una sola macchina. Quel crocevia irripetibile di abilità, audacia e ingegno tutto italiano aveva un nome che sapeva di epopea. Stiamo parlando del Giro d’Italia Automobilistico.
Questa competizione, che affonda le sue radici nel lontano 1901, è forse passata in secondo piano rispetto a colossi come la Mille Miglia e la Targa Florio – eventi che hanno scolpito la storia dell’automobilismo italiano – ma merita di essere riscoperta. Mentre la Mille Miglia si snodava nel classico tragitto Brescia-Roma-Brescia e la Targa Florio sfidava i limiti dei piloti sul circuito delle Madonie in Sicilia, il Giro d’Italia correva lungo l’intera penisola, mescolando prove su pista, cronoscalate e tappe stradali.
Ma ciò che rendeva davvero speciale il Giro non era solo il percorso, bensì il connubio tra i giganti del motorsport. Scoprii questa corsa quasi per caso, nel 2022, acquistando un modellino della Lancia Beta Montecarlo Turbo #51. Quel piccolo oggetto aprì un mondo: fu il mio personale “vaso di Pandora”. Da lì iniziai una ricerca appassionata che mi portò a scoprire un’epoca irripetibile: il periodo d’oro tra il 1973 e il 1980, con una coda di gloria nel 1988 e 1989.
Nel 1975, ad esempio, andò in scena una battaglia epica tra i giganti italiani: Fiat, Lancia e Alfa Romeo. La Stratos Turbo guidata da Munari/Mannucci sfidava la 131 Abarth 031 di Pianta/Scabini, mentre l’Autodelta rispondeva con la 33TT8 affidata a Andruet/Cartotto. Auto pensate appositamente per questa gara, prototipi nati per dominare e poi sparire.
Tra gli episodi più iconici, resta scolpito il 1979, anno in cui alcune Lancia Beta Montecarlo Turbo vennero allestite appositamente per il Giro: coda corta, fari supplementari e motori customizzati. Al volante della mitica #576 Alitalia si alternarono Gilles Villeneuve per le prove in pista e Walter Röhrl con Christian Geistdorfer per i tratti rallistici. Formula 1 e Rally, insieme, sulla stessa macchina. Incredibile? No, reale.
Il Giro, sebbene non si disputasse ogni anno, rappresentava una vetrina d’eccellenza per le case costruttrici, italiane e non. E nel 1988 toccò il suo apice: Alfa Romeo, dopo essere entrata sotto l’egida FIAT (che già controllava Ferrari, Lancia e Autobianchi), affidò il rilancio sportivo al leggendario Giorgio Pianta. Fu proprio in quell’anno che venne prodotta la 75 Turbo Evoluzione, in soli 500 esemplari, per l’omologazione sportiva.
Quella berlina venne adattata per la categoria IMSA, con carrozzeria allargata, spoiler in carbonio, peso piuma (960 kg) e 335 cavalli a 7200 giri. Tre vetture scesero in pista, guidate da stelle assolute: Riccardo Patrese (pilota F1 con la Williams), Miki Biasion con Tiziano Siviero, Alessandro Nannini, Yves Loubet, Jean-Marc Andrié, Giorgio Francia, Dario Cerrato e Giuseppe Cerri.
Malgrado la concorrenza agguerrita – le immortali BMW M3 E30 e le Lancia 037, fuori dai rally ma ancora competitive – le Alfa Romeo dominarono le prove, culminando in una tripletta storica, con Patrese e Biasion sul gradino più alto del podio. Il 1989 confermò il successo, con un’altra vittoria firmata Alfa. Per molti, fu l’ultimo ruggito dell’Alfa da corsa. La vera, quella del cuore.
L’edizione successiva arrivò vent’anni dopo, nel 2011: partenza da Torino e traguardo a Monza. Anche se l’evento era ormai lontano dai fasti passati, si respirava ancora aria di leggenda. Un giovane Carlo Vanzini, oggi volto noto di Sky Sport F1, seguì il percorso documentandolo tappa per tappa. Una testimonianza preziosa, oggi rarissima da trovare persino su YouTube.
E oggi? Pare che nel settembre 2025, il Giro potrebbe tornare alla ribalta, almeno sotto forma di rievocazione storica, con partenza da Torino e arrivo a Milano. Dal 2026 si parla addirittura di un ritorno come gara di regolarità. Sarà l’inizio di una nuova era? Solo il tempo lo dirà. Ma una cosa è certa: il Giro d’Italia Automobilistico merita di essere ricordato. E, chissà, forse anche vissuto di nuovo.
ALBO D’ORO DEL GIRO D’ITALIA AUTOMOBILISTICO (FONTE: WIKIPEDIA)
- 1901 – Felice Nazzaro – Fiat 8 HP
- 1906 – Vincenzo Lancia – Fiat 24 HP
- 1934 – Carlo Pintacuda / Mario Nardilli – Lancia Astura berlina
- 1954 – Luigi Taramazzo / Gerino Gerini – Alfa Romeo 1900 SS
- 1973 – Mario Casoni / Raffaele Minganti – De Tomaso Pantera
- 1974 – Jean-Claude Andruet / Michèle “Biche” Espinosi-Petit – Lancia Stratos Turbo
- 1975 – Giorgio Pianta / Bruno Scabini – Fiat Abarth 031
- 1976 – Carlo Facetti / Piero Sodano – Lancia Stratos Turbo
- 1977 – “Victor” Coggiola / Piero Monticone – Porsche 935
- 1978 – Markku Alén / Giorgio Pianta / Ilkka Kivimäki – Lancia Stratos
- 1979 – Giampiero Moretti / Giorgio Schön / Emilio Radaelli – Porsche 935 TT
- 1980 – Riccardo Patrese / Markku Alén / Ilkka Kivimäki – Lancia Beta Montecarlo Turbo
- 1988 – Riccardo Patrese / Miki Biasion / Tiziano Siviero – Alfa Romeo 75 Turbo IMSA
- 1989 – Giorgio Francia / Dario Cerrato / Giuseppe Cerri – Alfa Romeo 75 Turbo IMSA
- 2011 – Maurizio Pitorri / Andrea Gagliardini / Mara Bernardini – Porsche Cayman S GT4
Credit: Tiziano Topini (IG)