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DALLA STRATOS ALLA YPSILON, L’EVOLUZIONE DELLE LANCIA

27 Aprile 2025

Redazione

Scritto da: Tiziano Topini

Lo sappiamo tutti, un’auto è bella quando è competitiva… E viceversa. Nel mondo del rally, almeno per me – e sottolineo “per me” – c’è una vettura che spicca su tutte, al di là della sua (breve) carriera agonistica: la Lancia Stratos. È l’unica che mi piace davvero, sia nel Gruppo 4 che nel Gruppo 5 (ma non nella versione silhouette).

Si, lo ammetto, ho gusti un po’ particolari. La Stratos mi affascina come concetto di design. Quella linea così unica, nata dalla matita di Marcello Gandini, è pura arte su ruote. E poi quel sound – magari non perfettamente ricercato – ma che colpiva dritto, perché alla fine serviva solo un motore che fosse affidabile e potente. Un’auto che, ancora oggi, sa di futuro.

Dopo la Stratos, ammetto che il discorso cambia. Le auto successive nascono soprattutto per vincere, non per piacere. Prendiamo ad esempio la 037: deriva dall’idea della Beta Montecarlo Turbo, che gareggiò dal ’79 all’82 nei campionati marche Gruppo 5. Quel progetto aveva ancora un certo legame stilistico con la versione stradale. Ma con la 037, anche se Pininfarina ha curato la carrozzeria, l’obiettivo era uno solo: funzionalità assoluta.

La versione stradale? Più una formalità necessaria per ottenere l’omologazione, che una reale volontà del gruppo FIAT-Lancia. Eppure… Nonostante tutto, la 037 aveva carattere. E ha battuto la mastodontica Audi quattro. Quest’ultima non sarà mai bella, ma con tutte le soluzioni ingegneristiche adottate, si è trasformata in una vera Golia dei rally.

Poi c’è la Delta S4: probabilmente il punto più alto della tecnologia Lancia-Abarth. Le sue linee erano meno eleganti rispetto alla 037, ma aggressive, tese, quasi feliniche. Sembrava un gatto pronto a balzare sulla preda. Nonostante una carriera breve e non troppo vincente, la S4 è entrata nel mito. Questo grazie alla sua reputazione di auto tanto veloce quanto difficile da domare. Oggi è un vero e proprio oggetto del desiderio, sia per i collezionisti di modellini (me incluso), sia per i pochi fortunati possessori di una vera Gruppo B.

Quando nel 1986 la FIA abolì il Gruppo B per motivi di sicurezza, Lancia si ritrovò a dover decidere su quale modello puntare per il futuro. La scelta ricadde sulla Delta, quella “tranquilla” berlina a cinque porte, buona per andare a fare la spesa. Ma sotto il cofano c’era il motore potenziato della Fiat Ritmo – un segnale, col senno di poi, di quello che stava per arrivare.

La Delta venne trasformata da Abarth: alleggerita, irrigidita, dotata di rollbar, con parafanghi allargati e i famosi quattro proiettori anteriori. In poco tempo, si muscolò quanto bastava per farsi largo nei rally. Fino al ’91, la Squadra Corse HF Lancia raccolse vittorie su vittorie, accendendo il desiderio dei fan di possedere anche solo la versione stradale. Tutti volevano sentirsi un po’ Biasion.

E ora? Arriviamo alla nuova arrivata del 2024: la Lancia Ypsilon Rally4 HF. Secondo il gruppo Stellantis, dovrebbe segnare il ritorno di Lancia nelle competizioni. Ha debuttato al #RA Rally Regione Piemonte ad Alba nell’aprile 2025. Ma diciamocelo: la versione stradale ha una linea elegante, certo, ma manca di carattere. Non trasmette aggressività, né fa pensare a un’auto da corsa. La versione da gara, penalizzata da un regolamento Rally4 molto restrittivo, non riesce ad aggiungere quel carisma che già le manca in partenza.

Quindi, le vittorie rendono bella una macchina? Dipende. La Delta S4 ha vinto meno della successiva Delta HF, ma oggi è leggendaria. E anche sul motore vale la pena riflettere: non è il numero dei cilindri a determinare la bontà di un’auto. Il tanto bistrattato tre cilindri non è il male assoluto, tutto dipende da come viene progettato. Basta guardare al mercato giapponese: la Toyota GR Yaris è compatta, grintosa, con un’estetica sportiva e una meccanica valida. Ma qui mi fermo: non sono un ingegnere, solo un appassionato che condivide la propria impressione.

Credit: Martino Areniello (IG)